EMERGENZA CORONAVIRUS: I VERI EROI SONO GLI ITALIANI CHIUSI IN CASA

Gli eroi di questo maledetto periodo? Semplice: gli italiani, quelli normali, che lavorano e si mettono a disposizione degli altri. Quelli che non capiscono provvedimenti schizofrenici, ma hanno preoccupazione e pazienza per rispettarli. Quelli che sopportano restrizioni e paure, ma non vanno in televisione a dirlo. Qualcuno è stato già indicato, altri sono dignitosamente in silenzio. Cominciamo dagli operatori sanitari. Sono sicuramente in prima linea, ospedalieri ed operatori territoriali. Lo hanno fatto e lo fanno, pagando anche tributi drammatici, nonostante i tanti ritardi di una politica miope che prima aveva battezzato il COVID-19 come semplice influenza, poi addirittura aveva avuto la geniale idea di farsi vedere in giro tra aperitivi e serate in pizzeria. Aperitivisti e pizzaiolisti a banchettare, operatori sanitari al lavoro vero, negli ospedali e nei distretti sanitari. Non solo loro, subito attivi anche governatori e sindaci, di ogni colore politico. Territori messi in sicurezza, pur tra qualche errore che non sorprende, visto il nemico ancora oggi sconosciuto e particolarmente contagioso, in parte anche letale. Evidentemente non è un caso che buona parte degli amministratori locali, regionali e comunali, siano andati a turno in rotta di collisione con il potere centrale: dalle mascherine ai respiratori, fino agli interventi a sostegno di famiglie ed imprese. Lo hanno fatto senza clamori particolari, guardando ai propri territori, costretti ad operare con pochi collaboratori, quelli a cui le restrizioni nazionali e regionali potevano garantire un minimo di libertà di movimento. Con loro anche i tanti volontari, quelli istituzionali ed i tantissimi di associazioni ed organismi che si sono messi a disposizione degli altri. Ma forse, gli eroi veri, quelli nascosti e sconosciuti, sono proprio gli italiani. Cittadini e cittadine che a milioni sono rimasti e rimangono nelle proprie abitazioni. Quelli che per paura, preoccupazione, rispetto delle prescrizioni e volontà di adoperarsi per contenere il contagio stanno facendo sacrifici da un paio di mesi. Settimane interminabili, spesso nel chiuso di pochi metri quadrati, in appartamenti che somigliano sempre più a gabbie improvvisate, nei quali ci si rinchiude, mentre in testa rimbomba il mantra “Tutto andrà bene”. Milioni di italiani, tra cui tantissimi anziani, per i quali le relazioni sociali sono motivo di vita quotidiana. Ma anche tanti bambini, a cui mancano scuola, gioco e socializzazione, tappe di una crescita sana. E poi i genitori, sospesi nell’attesa delle decisioni di chi guarda numeri ed allarmi, senza considerare cosa succede nelle singole abitazioni. Ecco, sono questi, non altri, i veri eroi di questo periodo. Ricordiamocene quando tutto questo sarà finito e quando vedremo sgomitare tanti che vorranno sedersi davanti alle telecamere per appuntarsi la medaglia del merito. Gli eroi, quelli veri, rimarranno nel loro solito dignitoso silenzio.

Commenti

  1. Che dire: gli italiani stanno dimostrando una pazienza olimpica, il tutto nella disperazione socio-economica a cui si aggiunge un sentimento colelttivo di alienazione mentale che sfocia in alcuni casi i n ripugnanti episodi di violenza domestica! A questo poi aggiungiamo che noi stiamo vivendo la peggiore crisi della Repubblica dal dopoguerra, ma mentre i paralleli sicuramente appropriati tra la battaglia del coronavirus e la fine del secondo conflitto mondiale sono calzanti, come momento di sfida e di rinascita, non tutti però ma pochi evidenziano che 75 anni fa ci siamo ritrovati una classe dirigente di prm'ordine anche se divisa dagli ideali politici, era unità dalla grandezza morale e culturale dei loro componenti ;invece adesso ci ritroviamo un caravanserraglio che definirla classe dirigente è una vera e propria eresia, sarebbe come far guidare ad un neopatentato un velocipede di Formula 1 e chiedergli di vincere un Gran Premio:... l'esito è già scritto!

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