ESTORSIONI: CINQUE ARRESTI A EBOLI, CAMPAGNA, PONTECAGNANO, MERCATO SAN SEVERINO, MONTECORVINO PUGLIANO

Il 14 luglio 2016, a Pontecagnano Faiano,
Montecorvino Pugliano, Eboli e Campagna, i Carabinieri della Compagnia di
Battipaglia congiuntamente ai militari della Compagnia di Eboli, supportati da
due unità del Nucleo Cinofili di Sarno e da un equipaggio del 7° Elinucleo di
Pontecagnano, avvalendosi dell’ausilio dei reparti territorialmente competenti,
hanno eseguito un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal GIP
presso il Tribunale di Salerno, emesso a seguito di richiesta della D.D.A.
della Procura della Repubblica di Salerno, nei confronti di 5 indagati, ritenuti
responsabili a vario titolo, dei reati di lesioni personali aggravate,
danneggiamento a seguito di incendio, rapina,, estorsione e detenzione illegale
di armi comuni da sparo, tutto aggravato dal metodo mafioso. Le indagini, compendiate nell’operazione “Game
Over”, hanno avuto inizio negli ultimi mesi del 2014, a seguito di alcuni
episodi estorsivi particolarmente efferati perpetrati ai danni di cinque
imprenditori della Piana del Sele, tra il marzo 2014 e il giugno 2016. Le
investigazioni dalle quali scaturisce il provvedimento, dirette dalla DDA di
Salerno e condotte dal Nucleo Operativo e Radiomobile delle compagnie
dei carabinieri di Battipaglia e di Eboli, hanno consentito di raccogliere significativi elementi di
responsabilità nei confronti di soggetti che fondavano la propria capacità
intimidatoria nel solco della pericolosità criminale dello storico clan
camorristico “Pecoraro-Renna” operante nella Piana del Sele. Sono finiti in
manette Sergio Bisogni, 47enne di Montecorvino Pugliano, e Francesco Mogaveo,
37enne di Pontecagnano Faiano, quali mandanti e organizzatori della strategia
criminale; Maurizio De Martino, 27enne di Pontecagnano Faiano, Sergio Rainone,
40enne di Mercato San Severino, domiciliato ad Eboli e Francesco Sessa, 28enne
di Campagna, quali materiali esecutori. Sono stati arrestati in
primo luogo per una pluralità di gravi richieste estorsive avanzate nei
confronti di imprenditori di Eboli, Pontecagnano, Salerno e Campagna, operanti
in diversi settori economici (un promoter finanziario, un imprenditore edile,
due imprenditori titolari di importanti società attive nel commercio dei
prodotti orto-frutticoli della Piana del Sele, il titolare di una società
attiva nel noleggio di apparecchiature slot machine e video-giochi. Le indagini hanno
consentito di individuare i dettagli con cui i disegni criminosi venivano posti
in essere e i metodi coercitivi particolarmente violenti con cui gli indagati
cercavano di costringere le vittime ad adempiere alle richieste estorsive. Ad esempio, per convincere
A.M., imprenditore edile di Salerno impegnato in alcune opere di costruzione e
ristrutturazione privata nel comune di Pontecagnano, per un valore di circa
400.000 euro, a versare somme di danaro per “poter lavorare tranquillamente”, gli
indagati gli incendiavano prima un autocarro parcheggiato in un cantiere il 26
gennaio 2015 e, a distanza di poco tempo, appiccavano il fuoco nel giardino
della sua abitazione il 24 marzo 2015, dove rimaneva interamente distrutta
l’autovettura di proprietà dell’imprenditore. Nelle intenzioni criminali
degli indagati vi era anche il controllo del redditizio settore del trasporto
su gomma dei prodotti ortofrutticoli di alcune aziende della Piana del Sele. Significativa, al riguardo, la violenta aggressione
perpetrata ai danni di G. P., responsabile della logista di un’azienda agricola
di Pontecagnano Faiano, avvenuta il 2 aprile 2015: colpito ripetutamente con
spranghe di ferro, riportava la frattura di entrambe le gambe, mentre la
vittima era intenta a prelevare una somma di danaro presso uno sportello
bancomat. Si trattava di un chiaro messaggio estorsivo al titolare della stessa
ditta, finalizzato a destinare il trasporto su gomma degli ortaggi ad altra
società, vicina agli interessi del clan. Un ulteriore fatto
delittuoso riconducibile alle azioni estorsive è quello perpetrato ai danni dell’imprenditore
ebolitano R .B., titolare di un’azienda operante nel commercio su larga scala
di prodotti agricoli ubicata nella Piana del Sele. In questo caso, la vittima è
stata “avvicinata” lungo la Sp 30, mentre si trovava a bordo della sua
autovettura. Ignaro di quanto potesse succedere, nel pomeriggio del 20 marzo
2015 l’imprenditore veniva affiancato da un’autovettura con a bordo due
persone, una delle quali esplodeva alcuni colpi d’arma da fuoco sulla
carrozzeria dell’auto, fortunatamente senza ferire la vittima che si trovava
alla guida. Nello scorso mese di
aprile, gli indagati hanno contattato anche R. B., titolare di una ditta di
Pontecagnano Faiano operante nel settore del noleggio di videogiochi e slot-machine,
imponendogli di “mettersi a posto con gli amici di Pontecagnano” per evitare di
“fare la fine degli altri”. Visto il diniego a qualsiasi richiesta estorsiva,
qualche giorno più tardi gli stessi indagati facevano ritrovare
all’imprenditore, vicino all’ingresso della sua abitazione, una testa di
maiale. Tutte le azioni estorsive venivano accompagnate con minacce del
tipo “questo è solo un avvertimento, la prossima volta ti veniamo a prendere a
casa” e “ieri ti è andata bene, ma fino a quando?” oppure alle persone che con
le stesse avevano rapporti di stretta collaborazione. Infine, l’episodio
di rapina ed estorsione perpetrata ai danni di V.M., promotore finanziario di
Campagna. In questo caso gli indagati, a fronte di una mancata autorizzazione
per l’accesso a un prestito da loro richiesto, decidevano di rapinare il
professionista il 4 dicembre 2014, a Bellizzi, mentre si trovava a bordo della
sua auto, sottraendogli anche il veicolo, che gli veniva restituito solo a
seguito del pagamento di 5.000 euro. Le azioni intimidatorie
sarebbero proseguite fino al momento in cui la vittima avesse accondisceso alle
richieste del gruppo criminale, a dimostrazione di un metodo delinquenziale
connotato da elementi di tipo mafioso: una pericolosità tentacolare degli
indagati sul territorio, sintomatica di un’azione totalizzante da loro condotta
per imporre la forza intimidatrice di tipica matrice camorristica, determinata
al controllo delle fiorenti economie del luogo, al fine di trarne redditizi
profitti illeciti. Proprio per tale motivo, assume particolare rilievo la tempestiva
risposta data dall’Ufficio del GIP del Tribunale di Salerno (Pietro Indinnimeo)
alla richiesta cautelare formulata dalla Direzione Distrettuale Antimafia della
Procura di Salerno sulla scorta degli elementi investigativi raccolti dai
carabinieri di Battipaglia e di Eboli, quale significativa azione di prossimità
al cittadino e di tutela delle persone più esposte al rischio concreto di
significative ritorsioni da parte della criminalità organizzata. Gli arrestati, al termine
delle formalità di rito, sono stati associati alla Casa Circondariale di
Salerno-Fuorni, a disposizione dell’autorità giudiziaria. (COMUNICATO STAMPA)
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