EBOLI: IL COMUNE CHIUDE A NUOVI CENTRI DI ACCOGLIENZA
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Il diritto a garantire l’accoglienza non può e non
deve essere confuso con un sovraccarico di popolazione, che porta solo a
preoccupazioni, tensioni, incapacità di garantire livelli minimi di accoglienza
e di vivibilità. E’ la linea sulla quale si muove l’Amministrazione comunale di
Eboli che, dati alla mano, ribadisce la propria contrarietà ad ulteriori centri
di accoglienza sul territorio comunale di Eboli. Ospitare richiedenti asilo o
profughi è sacrosanto e sancito dalla nostra Costituzione – dice l’assessore
alle politiche sociali, Lazzaro Lenza -, ma restano in piedi tutte le legittime
motivazioni per cui a Eboli, a nostro avviso, non possa ospitati ulteriori
centri di emergenza profughi. Eboli, in alcuni suoi quartieri, a Santa Cecilia
in particolare, è già teatro di un intenso e incontrollato fenomeno migratorio
di tipo economico ed oggi aggiungere a questi immigrati altri profughi
significherebbe mettere a rischio il principio stesso di asilo politico che
vede nell'integrazione il suo obiettivo principale. Significherebbe inoltre
minare l'istituto dell'accoglienza, perché ad Eboli e in alcune zone in
particolare i cittadini residenti si misurano ogni giorno con l'accoglienza di
almeno 7-8mila stranieri migranti economici, spesso anche irregolari, che fino
ad oggi non ha dato luogo a nessun problema serio di ordine pubblico e non
vorremmo che l’ammasso provocasse invece tensioni che nessuno vuole». I dato
che arrivano da Eboli sono impressionanti e mettono in forse la stessa
integrazione, con oltre 5000 residenti stranieri che rappresentano circa il 13%
della popolazione. «Pensare di integrare e accogliere ancora profughi ed in
ulteriori centri di accoglienza significa sommare un'emergenza ad un'altra –
spiega il sindaco di Eboli, Massimo Cariello -. Far finta di dimenticare che il
nostro territorio ospita un’altissima percentuale di immigrati è uno schiaffo
in faccia alla storia del popolo ebolitano che, in tema di accoglienza, non ha
niente da imparare da nessuno. Per anni Eboli è stata il centro dell’accoglienza,
ed i numeri relativi ai residenti stranieri lo testimoniano. Ma oggi il tessuto
sociale rischia di andare oltre la saturazione, con evidenti rischi di tensioni
e preoccupazioni. Rispetto a questi temi non possiamo rimanere indifferenti,
perché le esigenze primarie dei cittadini richiedono il massimo
dell’attenzione. Eboli per anni ha dato il suo rilevante contributo alla causa
dell’accoglienza, siamo in prima linea in ogni iniziativa di sviluppo delle
politiche dell’accoglienza e dell’integrazione, ma sovraccaricare questo
territorio di presenze sarebbe un danno non solo per gli ebolitani, ma anche
per le migliaia di stranieri che qui hanno stabilito la loro residenza. La
nostra è una battaglia per la sicurezza e per la vivibilità, sia degli ebolitani,
sia dei tantissimi immigrati che negli anni abbiamo accolto».
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