PROGETTO DI ARTISTI SALERNITANI PER L'EMERGENZA AFRICA
Ottieni link
Facebook
X
Pinterest
Email
Altre app
Boom di spettatori accorsi per una serata ricca
di emozioni. Artisti di fama internazionale hanno estasiato i presenti
attraverso un sound da togliere il fiato. Presentato venerdì, 27 maggio al MOA
- Museum of Operation Avalanche di Eboli l’ambizioso progetto dei Blood Cell
“Saddapatì”, primo lavoro discografico del gruppo che mediante una fusion
fortemente innovativa, che spazia dal rock al jazz, dal metal alla musica
classica, irrompe nel panorama musicale odierno, spogliandosi di ogni
classificazione di genere. Tanti i presenti per una sala gremita di emozioni
vive e cultura pulsante. Prima della proiezione del video omonimo ufficiale
diversi sono stati gli interventi. Moderato da Luigi Nobile, direttore
artistico del MOA, ad aprire è stato Oreste Bacco, fondatore del gruppo ed
artefice vivo di questo interessante Progetto. Ha raccontato di quanto sudore
ci sia in questo album, ben tre anni di progettualità per portare a compimento
un progetto che vede impegnati artisti di fama internazionale del panorama musicale
jazz, che hanno dato vita ad un innesto sonoro fuori da ogni schema di genere.
Per fare questo, i due fondatori del gruppo (Oreste Bacco e Tommaso
Scannapieco) hanno chiesto l’aiuto di altri musicisti, già attivi da molti anni
nel circuito jazz e rock: Daniele Scannapieco (sax), Gianfranco Campagnoli
(tromba), Walter Ricci (voce), Carlo Fimiani (chitarra), Peppe Plaitano (sax),
coinvolgendo anche musicisti di ispirazione classica Veronica Loria
(violoncello) Sergio Caggiano (viola) e Paolo Galdi (violino). A seguire
l’intervento di Bacco, è stato quello dei fratelli Scannapieco, a cui non serve
presentazione, unici nel loro genere, inconfondibili sul palco per la loro
inestimabile bravura e fuori dal palco per la loro innata simpatia e toccante
umiltà. Hanno descritto, con velata emozione, il percorso svolto in questi anni
per portare a compimento un Progetto che meritava l’attenzione prestata, di
grande fatica ma di forte impatto emozionale. Medesima soddisfazione per Peppe
Plaitano che si è detto fortemente orgoglioso di far parte di questo ambizioso
progetto lavorativo ed umanitario insieme. Piena soddisfazione per Marco Botta,
presidente del MOA e dell’Associazione Sophis, attivo promotore di questo
Progetto, che ha fortemente sostenuto e promosso, e per Vincenzo Mallamaci,
Presidente dell’Associazione Onlus “E ti porto in Africa” a cui sono stati
devoluti gran parte dei proventi della vendita dell’album Saddapatì. Gli stessi
musicisti si sono fatti concreti portavoce di questa causa umanitaria, suonando
gratuitamente per la realizzazione di questo album. A seguire, i diversi
artisti hanno omaggiato i numerosi presenti accorsi nel chiosco del MOA con
brani live da togliere il fiato. Ricco aperitif buffet e visita alle stanze
multiculturali del MOA. BLOOD CELL (letteralmente globulo rosso) rappresenta il
globulo all’interno del quale i componenti del gruppo: Oreste Bacco (tastiere),
Tommaso Scannapieco (basso), Franco Gregorio (batteria) e Vincenzo Fiore
(chitarra), hanno raccolto tutte le loro esperienze professionali, con
l’intento di tentare la fusione dei vari stili musicali che rappresentano il
loro variegato background, una contaminazione che generi un sound nuovo e che
sia in grado di trasmettere emozioni a chi ascolta nella convinzione che la musica
oggi non dovrebbe avere più confini, generi o steccati che limitano e
ghettizzano la creatività di un’artista. Il titolo “Saddapati”, volutamente
“napoletanizzato”, vuole comunicare il disagio delle persone a vivere in una
società globalizzata che appiattisce tutti i valori umani. Anche la copertina
dell’album, ideata e disegnata da Salvatore Illeggittimo, ne è un chiaro
riferimento. La scelta della casa discografica ha seguito la logica di una
produzione interamente locale, la Geco Sound Italia infatti ha sede a Eboli,
così come la presenza degli artisti chiamati in causa che, pur avendo raggiunto
fama internazionale, sono tutti di origine salernitana. Il disco contiene
undici brani più due bonus track dove il jazz ed il rock rappresentano il punto
di partenza, ma è la “globalizzazione” armonica il perno attorno al quale ruota
tutto il progetto: si passa dal rock-progressive di stampo mediterraneo (
Saddapati’), alla jazz-ballad (White of night), alla fusion ( The time away) al
jazz rock (Renè), al blues (Night in blues) sino a giungere all’ultimo brano
(Another life) che è un bellissimo pezzo in stile Keith Jarrett. (COMUNICATO
STAMPA)
Commenti
Posta un commento