Tre sorprese nelle candidature per le primarie del Pd in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio. Tre sorprese in termini di assenza e di presenza. Partiamo dalla novità tra i candidati: all’ultimo momento spunta il nome di Gaetano Naimoli, il difensore civico comunale. Una candidatura sostenuta da un’area che si è aggregata intorno all’ex consigliere comunale Roberto Palladino, che pure l’altro giorno firmava un comunicato stampa quale “portavoce del gruppo Pd nell’ex maggioranza Melchionda”. Naimoli se la dovrà vedere con le annunciate candidature di Cosimo Cicia, Luca Sgroia, Antonio Cuomo ed Aldolfo Lavorgna. Sempre all’ultimo momento, ma in realtà si sapeva dal giorno prima, non presentano la candidatura né il rappresentante dei Liberi e Riformisti, né Vincenzo Caputo, che era stato il più deciso fautore delle elezioni primarie comunali. Si sapeva dal giorno prima, perché in realtà giovedì sera c’era stato un incontro al quale avevano partecipato i Riformisti, il fustigatore del Pd Damiano Capaccio, Roberto Palladino e Vincenzo Caputo. In quella riunione, tra esponenti di quell’area che potremmo definire “no primarie”, pare che i presenti abbiano ribadito l’opzione per un accordo, bypassando le primarie e puntando su un candidato condiviso che garantisca tutte le anime del centrosinistra alla ricerca della gestione del potere. Un incontro che avrebbe fatto cambiare marcia repentinamente a qualcuno dei presenti. E così hanno deciso di non presentare la candidatura i Liberi e Riformisti, come peraltro ha fatto anche Vincenzo Caputo. In occasione della presentazione del manifesto valoriale dei contiani con la sinistra radicale, gli stessi Riformisti rivendicarono il loro “diritto a partecipare a pieno titolo alle primarie del Pd”. Caputo, addirittura, era stato il primo a chiedere le primarie. Cosa è successo? In parte hanno pesato le polemiche sul tesseramento, che hanno fatto emergere un Pd preda degli interessi; in parte ha inciso la strategia di trovare un accordo con chiunque, pur di evitare le primarie.
Tre sorprese nelle candidature per le primarie del Pd in vista delle elezioni comunali del prossimo maggio. Tre sorprese in termini di assenza e di presenza. Partiamo dalla novità tra i candidati: all’ultimo momento spunta il nome di Gaetano Naimoli, il difensore civico comunale. Una candidatura sostenuta da un’area che si è aggregata intorno all’ex consigliere comunale Roberto Palladino, che pure l’altro giorno firmava un comunicato stampa quale “portavoce del gruppo Pd nell’ex maggioranza Melchionda”. Naimoli se la dovrà vedere con le annunciate candidature di Cosimo Cicia, Luca Sgroia, Antonio Cuomo ed Aldolfo Lavorgna. Sempre all’ultimo momento, ma in realtà si sapeva dal giorno prima, non presentano la candidatura né il rappresentante dei Liberi e Riformisti, né Vincenzo Caputo, che era stato il più deciso fautore delle elezioni primarie comunali. Si sapeva dal giorno prima, perché in realtà giovedì sera c’era stato un incontro al quale avevano partecipato i Riformisti, il fustigatore del Pd Damiano Capaccio, Roberto Palladino e Vincenzo Caputo. In quella riunione, tra esponenti di quell’area che potremmo definire “no primarie”, pare che i presenti abbiano ribadito l’opzione per un accordo, bypassando le primarie e puntando su un candidato condiviso che garantisca tutte le anime del centrosinistra alla ricerca della gestione del potere. Un incontro che avrebbe fatto cambiare marcia repentinamente a qualcuno dei presenti. E così hanno deciso di non presentare la candidatura i Liberi e Riformisti, come peraltro ha fatto anche Vincenzo Caputo. In occasione della presentazione del manifesto valoriale dei contiani con la sinistra radicale, gli stessi Riformisti rivendicarono il loro “diritto a partecipare a pieno titolo alle primarie del Pd”. Caputo, addirittura, era stato il primo a chiedere le primarie. Cosa è successo? In parte hanno pesato le polemiche sul tesseramento, che hanno fatto emergere un Pd preda degli interessi; in parte ha inciso la strategia di trovare un accordo con chiunque, pur di evitare le primarie.
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