CAMPAGNA: LA VISITA DEL RABBINO DI SEGNI


di Valentina Granito

Una giornata storica. L’incontro di ieri con il rabbino capo della Comunità ebraica di Roma, Riccardo Di Segni, conclusosi con un caloroso arrivederci e la promessa di fare ritorno, ha lasciato una traccia profonda nella comunità campagnese. In mattinata, il saluto istituzionale presso l’aula consiliare; poi la visita al museo di San Bartolomeo, dove furono internati gli ebrei tra il ’40 e il ’43. Presenti esponenti dell’Esercito, della Polizia di Stato, dei Carabinieri, dell’Anps di Salerno e di Campagna. Numerose le autorità: il presidente della Provincia, Giuseppe Canfora; l’assessore regionale Severino Nappi; il presidente del Rotary Club Salerno Est, Antonio Napoli; il commissario prefettizio di Eboli, Vincenza Filippi; Grazia Marciano, in rappresentanza del Questore Anzalone. Calorosa l’accoglienza riservata al rabbino da parte degli alunni; toccante il momento dello scambio dei doni. Fortemente voluta dal Comitato Palatucci, con il presidente Michele Aiello, l’iniziativa è frutto della sinergia tra Comune e Rotary Club Salerno Est, con il patrocinio dell’Itinerario della Memoria e della Pace e del Moa. Essa assume un particolare significato e si inserisce in quello che il sindaco Roberto Monaco ha definito «l’Anno della Memoria». A cavallo tra la Giornata della Memoria e i 70 anni dalla morte di Palatucci, la presenza del rabbino si rivela un segnale importante, in attesa anche degli esisti delle ulteriori ricerche condotte sulla figura di Palatucci dalla Commissione voluta dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, in seguito alle polemiche sollevate dal Primo Levi Center di New York. «Il mito degli Ebrei si coagula a Campagna in una presenza reale» - ha detto Di Segni -. Stupenda la foto in cui gli ebrei posano insieme con le guardie preposte al loro controllo. Campagna fu grande esempio di integrazione sociale». E conclude: «Un pensiero va alla famiglia Palatucci. Il rapporto tra lo zio e Giovanni è un altro tema fondamentale».

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