EBOLI: MONUMENTO GIUDICE NEL DEGRADO, ALLARME DEI PROGETTISTI
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Monumento a Vincenzo Giudice in stato di abbandono e
degrado. Questa volta la denuncia sull’incuria dei tesori cittadini non arriva
dall’associazione di turno o dal semplice cittadino sensibile. E’ una denuncia
che arriva direttamente dai due progettisti dell’opera, gli architetti Luca
Bruno e Romina Majoli, che hanno indirizzato una lettera, via e-mail, al
commissario prefettizio, Vincenza Flippi. «Come lei, anche noi il 6 gennaio
scorso, giorno della befana, eravamo in Piazza della Repubblica per concludere
felicemente il ciclo delle feste natalizie - scrivono i due tecnici ebolitani
-. Purtroppo, però, mentre tutti erano concentrati alla festa, noi eravamo
concentrati ad "ammirare" il Monumento eretto al Maresciallo Maggiore
della Guardia di Finanza, Vincenzo Giudice. Siamo rimasti delusi alla visione
del degrado e dell'abbandono che ormai caratterizza l'opera da noi progettata.
Capiamo che il momento, economicamente parlando, non è tra i migliori per il
Comune di Eboli ed anche che sicuramente fare manutenzione a tutti i monumenti
della città è dispendioso, ma tali opere, belle o brutte che siano, crisi o non
crisi vanno conservate bene, perché fanno parte della storia di una città,
raccontano ai posteri il nostro passato». Poi la lettera entra nello specifico
della situazione: «In particolare, è avvilente constatare che il monumento più
centrale, più in vista della città sia ridotto così dopo solo pochi mesi.
Conservare l'opera in quel modo è offensivo per l'eroe ebolitano, ma lo è
ancora di più per i cittadini che, volente o nolente, hanno contribuito alla
sua costruzione. Da parte nostra, da progettisti, le diciamo che vedere il
nostro operato in quelle condizioni è come vedere un figlio morire lentamente;
da cittadini ebolitani, invece, le diciamo che quel monumento, così come si
presenta oggi, ci trasmette tristezza, perché racconta, in maniera spudorata,
lo stato attuale della nostra città. Da architetti progettisti ci sentiamo
anche in dovere di scriverle, perché lei attualmente rappresenta la nostra
città».
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