EBOLI, ELEZIONI: NUOVO CARTELLO DI CENTRODESTRA AFFIANCA LA CASA DELLE IDEE
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Raggiunto
un accordo programmatico tra Forza Italia, La Destra e le associazioni Eboli Avanti e
Gioventù Ebolitana. Presenti i coordinatori delle singole forze, mentre per
Forza Italia era presente Damiano Cardiello. Non particolarmente significativo
sul piano elettorale il cartello, la cui presenza sarà di pura testimonianza (a parte Forza Italia), ma
importante sul piano politico e programmatico. Dopo l’iniziativa del dialogo
strutturato portata avanti dalla Casa delle Idee attraverso tre appuntamenti
pubblici, si tratta del secondo momento programmatico del centrodestra. Un’arma
in più quando, la prossima settimana, le forze della coalizione, Forza Italia,
Nuovo Psi, Fratelli d’Italia, Movimento Popolare per il Cambiamento, Nuovo
Centro Destra ed Ascolto Cittadino individueranno il candidato unico del
centrodestra ed avvieranno il confronto sul programma. In ogni caso, sul tavolo
del centrodestra arriveranno anche le riflessioni messe in campo da
quest’ultimo cartello. «Le giunte Rosania e Melchionda in 20 anni hanno
infranto la promessa elettorale di cambiare Eboli - si legge nel documento del cartello -. Registriamo
una pressione fiscale asfissiante, a causa del buco di oltre 60 milioni di euro
di debiti da ripianare con i soldi degli onesti, attraverso l'aumento al
massimo di tutti i tributi locali fino al 2023. Il commercio è in agonia, con
l'invasione cinese che rischia di stroncare la filiera dei prodotti locali. La
fascia costiera, che doveva essere il volano della nostra economia, è preda di
immigrati e prostitute, l'insicurezza regna sovrana nelle periferie, con i
residenti costretti a subire un silenzioso coprifuoco dopo le ore 19 di sera».
Dopo l’analisi, si passa alla vera e propria proposta programmatica. «Si deve
partire dalla moralizzazione della
politica, con liste pulite composte da volti nuovi, persone perbene e
riferimenti di qualità della società civile. Il PRG di Rosania ha soffocato lo
sviluppo della città, non si vedono gru attive da 15 anni: servono agevolazioni
per l’edilizia, frenando le varianti in zona agricola. L’ambiente va rispettato
sempre e comunque, ma dobbiamo dare la possibilità a chi non possiede la
previsione assurda di 27.000 metri quadri di costruire un'abitazione. Il PUC è
stato stravolto dall'armata brancaleone di Melchionda e compagni: ne chiediamo
lo stop immediato al Commissario Prefettizio. La sicurezza costituisce un bene pubblico che deve ritornare al
centro dell’agenda politica: la città è fuori controllo, nonostante le sforzo
quotidiano delle forze dell’ordine tra carenze di personale e scarsità di
risorse. Occorre istituire un tavolo interforze per garantire un pattugliamento
capillare del territorio, a partire dalla periferie, dove i furti in
appartamento dilagano. E necessario avviare il censimento degli stranieri in
città, arrivati a numeri impressionanti». Si conclude con commercio, fascia
costiera e PIP. «Il commercio fa registrare
più saracinesche abbassate, che negozi aperti. Serve uno choc per rilanciare
l’economia cittadina: da un lato bisogna incentivare i commercianti con
iniziative per attirare presenze, dall’altro occorre premiare la qualità dei
prodotti locali, invitando gli ebolitani a spendere nei nostri negozi. La
quarta priorità è rappresentata dalla
fascia costiera, che per Rosania e Melchionda doveva diventare la Rimini
del Sud. Il risultato è: 8 chilometri abbandonati, prostitute e sacche di
impunità evidenti. Dobbiamo attrarre investimenti, creare strutture ricettive e
rilanciare il turismo. Una riqualificazione totale della zona sarebbe un volano
per l’economia con ricadute anche occupazionali. L'area PIP, infine, non deve essere intesa come un peso. Sia
sciolta, per evitare sperpero di risorse pubbliche, la società consortile.
Dobbiamo rendere appetibili capannoni e suoli, oggetto di un vero e proprio
esproprio proletario messo in atto dal centrosinistra, costato 50 milioni di
euro. Occorre ripartire con gli incentivi: per due anni agevolazioni fiscali a
chi investe nella zona industriale ed una richiesta di adesione ministeriale
per l'istituzione di una no tax area».
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