di Laura Naimoli
Alta tensione, telefoni caldi, bollette a tre zeri ed indagini sui responsabili diretti e su chi distribuiva apparecchi e schede. L’eredità della giunta Melchionda non è esattamente quella che ti aspetti, aprendo il testamento dello zio americano che nemmeno sapevi di avere. E così saltano fuori tabulati con telefonate internazionali ed intercontinentali, che se da una parte ci fanno sentire tutti più vicini, dall’altra dovrebbe anche informare che, per sentire vicino l’altro capo del mondo, c’è un prezzo da pagare e, soprattutto, il prezzo è a carico dei cittadini. Al chiuso delle stanze comunali si stanno concentrando le verifiche degli uffici, con la supervisione del commissario prefettizio Vincenza Filippi, che vuole vederci chiaro. Fuori se ne parla al bar, dal fruttivendolo, sui social e qualcuno ipotizza i nomi dei responsabili. Tasse di concessione governativa di cellulari di assessori, fuori dalla giunta già tempo, che hanno continuato a pesare sulle spalle dei contribuenti. Schede telefoniche, pare cinque, ma forse anche di più, mai intestate di fatto, nelle mani di un singolo amministratore. Cellulari scomparsi. La questione è grave, ma è solo una delle punte di un iceberg alla deriva. Chi sbaglia paga, di solito. E a pagare una multa per divieto di sosta rimediata a Napoli, con un’auto comunale, è toccato invece all’ex assessore all’ambiente, Ilario Massarelli, che ha sostato, nonostante il divieto, per precipitarsi a comprare le sigarette. Occhi bassi e coda tra le gambe, ha chiesto volontariamente di decurtargli gli 80 euro della contravvenzione dallo stipendio. Spiccioli, in confronto a quanto pagheranno i suoi colleghi. In una nota, la Filippi fa sapere che, appena concluse le indagini, renderà noti i nomi degli spendaccioni. Bisognerà attendere, ma non molto ancora.
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