OSPEDALE DI EBOLI, LE MAMME SCRIVONO A NAPOLITANO: DIFENDICI!
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Dopo manifestazioni, proteste, cortei e raccolta di firme, ora il comitato delle mamme di Eboli rompe gli indugi e scrive al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ed al ministro della sanità, Beatrice Lorezin. Ad entrambi, ma anche al presidente della Regione, Stefano Caldoro, e al sindaco di Eboli, Martino Melchionda, a cui la lettera arriva per conoscenza, le mamme chiedono di farsi garanti del diritto alla salute dei residenti in Campania. Le mamme guardano ancora una volta al trasferimento dei reparti, ma anche all’intera filosofia della riorganizzazione sanitaria sul territorio, soprattutto quella ospedaliera. « Le mamme rappresentanti del comitato spontaneo, nato in difesa dell'ospedale di Eboli – scrivono le mamme al presidente Napolitano – chiedono che Ella si faccia garante della nostra battaglia nel salvaguardare i principi fondamentali del diritto alla salute. Un diritto che va rispettato da tutti, soprattutto dalle istituzioni nazionali, di cui Ella è garante massimo e primo rappresentante. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione sulle notizie relative all'ospedale Maria Santissima Addolorata di Eboli, da tempo al centro di un ridimensionamento e di accorpamenti che non sembrano andare verso l'interesse del territorio e dei cittadini. In questo senso, prendiamo atto che vi è un ampio scollamento tra gli interventi di programmazione sanitaria, che sono stati frutto di processi di concertazione nella fase di elaborazione della bozza del piano sanitario, e gli strumenti attuativi messi in atto dal commissario straordinario della Asl di Salerno che al momento si rendono inefficaci e del tutto carenti nelle prestazione e nei servizi resi al cittadino. Il bilancio sanitario regionale, frutto di decenni di spesa incontrollata e di scelte scellerate, a quanto viene ribadito è ancora in sofferenza, ma non sarà togliendo servizi ai cittadini che si risolveranno queste problematiche, anzi. Il piano di riordino e di ridimensionamento adottato dalla sanità pubblica campana rischia di risolversi in un’ingiusta punizione per il nostro territorio e per tutti i cittadini del comprensorio salernitano. Basti immaginare che una partoriente residente in uno dei tanti piccoli centri del salernitano, per giungere all'ospedale più vicino per far nascere il piccolo deve effettuare in auto almeno 50 chilometri, prima di giungere a Battipaglia, ospedale più vicino dopo la chiusura dei reparti di pediatria e ostetricia di Oliveto Citra ed Eboli». Poi la richiesta vera e propria al Presidente: «Per questo il Comitato Spontaneo delle Mamme chiede ad Ella di farsi garante per la piena attuazione dei servizi e delle unità operative previste per il nostro ospedale. Le chiediamo la possibilità che una delegazione venga da Lei formalmente ricevuta, e che le proposte che Le saranno poste siano vagliate dalla Sua esperienza politica».
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