EBOLI: PRESIDIO PER L'OSPEDALE, FRATTURA NEL COMITATO


EBOLI. Molti lo avevano ipotizzato, e temuto, da tempo. La protesta delle mamme per il mantenimento dei reparti di ostetricia e pediatria all’ospedale di Eboli si stava trasformando in una vicenda diversa, strumentalizzata dalla politica e da chi immagina di potere avere da questa un trampolino di lancio. E così il comitato va in frantumi, si spacca ed addirittura trova un capro espiatorio: il sindaco di Eboli, Martino Melchionda. «Se i rappresentanti del comitato non siederanno al tavolo tecnico annunciato dal presidente della Regione, Stefano Caldoro, l’eventuale esito negativo delle trattative sarà addebitabile al sindaco di Eboli, così come la chiusura dei reparti». Sembra incredibile, ma è esattamente quanto è stato comunicato al primo cittadino, attraverso una lettera protocollata, da un rappresentante del comitato. Insomma, se il tavolo tecnico istituzionale, con i rappresentanti del territorio ed i dirigenti della ASL non farà sedere qualcuno del comitato di protesta, la colpa non sarà in capo a chi ha costituito il tavolo, ma al sindaco di Eboli. Allo stesso modo, il sindaco Melchionda sarà ritenuto responsabile della chiusura dei reparti. Una posizione singolare, ma che prende le mosse dalle ultime vicende relative alla chiusura dei reparti di ostetricia e pediatria all’ospedale di Eboli. Che la protesta sia nata soprattutto da un gruppo spontaneo, non ci sono dubbi, anche se fin dall’inizio qualcuno pensava si trattasse di un’iniziativa “politicamente sostenuta”. Ma, dopo l’incontro con Caldoro, si sono capite due cose: innanzitutto, il presidente della Regione, come è naturale che avvenga, mette intorno allo stesso tavolo solo le istituzioni territoriali e l’ASL; in secondo luogo, anche se la protesta è stata essenziale, l’incontro è scaturito soprattutto dalla lettera dei sindaci e dalla successiva sollecitazione del senatore Cardiello e del consigliere Massimo Cariello, compagni di partito di Caldoro. Due circostanze che hanno in parte spento i riflettori su qualcuno, all’interno della protesta, che un pensierino ad individuare un trampolino di lancio l’aveva fatto.

Commenti

  1. Sono tutte menzogne non c'è stata nessuna rottura e il comitato delle mamme si dissocia da quella lettera fatta esclusivamente da una singola persona contro il parere del comitato.

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