A
poche ore dalla manifestazione delle mamme di venerdì scorso, è già tempo di
bilanci e di rinnovate azioni politiche. E così, insieme con il commovente
impegno delle mamme e dei componenti del comitato spontaneo, si assiste anche
al tentativo di delegittimare la politica regionale, oltre ad attaccare la
gestione provinciale della sanità. Un esercizio difficile, perché fa fare
errori clamorosi. Come quello di volere a tutti i costi individuare
nell’attuale presidente della Regione, Stefano Caldoro, il responsabile dei
disagi. Va bene prepararsi alle elezioni regionali, ma fare finta di non
ricordare che il vero sfascio della sanità è stato effettuato dal
centrosinistra e dall’ex presidente Bassolino, è davvero troppo; fare finta di
dimenticare le montagne di risorse riservate alla sanità napoletana durante
quella gestione, in danno delle altre province, e lo scandalo dell’ASL Napoli
1, significa nascondere la verità. Giusto per ricordare, quando ci fu
l’approvazione del piano Zuccatelli, sotto l’egida personale e politica di
Antonio Bassolino, nessun consigliere regionale, né il sindaco di Eboli di
allora, che era, come oggi, Melchionda, né tantomeno alcun parlamentare dissero
una sola parola. E invece proprio il Decreto 49, varato nel 2010, ha poi determinato i
disastri di oggi ed ha reso necessario il commissariamento, creato proprio dal
Pd di Bassolino. Però, all’epoca, coloro i quali oggi urlano e manifestano in
piazza, rimasero colpevolmente chiusi in un silenzio complice. D’altra parte,
era fin troppo chiaro che in quell’occasione non c’era interesse a denunciare
lo sfascio della sanità, visto che si trattava di uno sfascio creato da un
compagno di merende. A tutto questo si deve poi sommare la pochezza della
politica locale, ad ogni livello, poiché è sotto gli occhi di tutti che, in
altre aree, chi ha gestito il territorio ha messo fieno in cascina ed oggi si
vedono i risultati nella sanità a Vallo della Lucania, Nocera e Salerno.
Nemmeno c’è troppo da meravigliarsi, perché in realtà, al di là dell’impegno
del comitato spontaneo delle mamme, ci sono altre verità da raccontare. Come
quella che il disegno di potenziare il reparto neonatale a Battipaglia, e di
potenziare invece la cardiologia ad Eboli, parte da molto lontano, poiché la
chiusura dei reparti era già stata avallata, con documenti scritti, da
direzioni sanitarie ed amministratori comunali dell’epoca. Che poi oggi si
voglia far credere che tutta la responsabilità sia dell’attuale governatore
della Campania, rientra nelle strategie elettorali, ma che nulla hanno a che
vedere con la lotta e l’impegno delle mamme di Eboli.
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